venerdì 19 dicembre 2008

giovedì 18 dicembre 2008

PETIT - Galleria La Carmelina, Ferrara


PETIT


“Petit” è il titolo della simpatica mostra (curata dall’associazione culturale A Mano Libera) che si inaugurerà sabato 20 dicembre 2008 alla libreria-galleria La Carmelina di Ferrara.
In occasione delle feste natalizie gli artisti Mauro Bendandi, Riccardo Bottazzi, Francesco Brunelli, Siegfried Jordan, Michele Rio, Roberto Pagnani e Paolo Volta esporranno tele di piccolo formato.
Le opere, in tutta la loro “freschezza”, sono l’espressione di una dolce e intima natura artistica.

giovedì 11 dicembre 2008

Ac'Cento sull'arte...


Sabato 13 Dicembre 2008 alle ore 17 si inaugura presso L'Auditorium San Lorenzo di Cento (FE) nel centro storico la mostra collettiva AC'Cento sull'arte curata da Corrado Cati e frutto dell'iniziativa del gruppo TOPOI05 http://www.topoi05.com/L'esposizione propone le opere scultoree, pittoriche e le installazioni degli artisti :Roberto PagnaniMauro BendandiPaolo VoltaRiccardo BottazziAnna Cristina AdaniMaria Chiara Zarabini.L'allestimento sarà accompagnato da alcuni testiscenici del poeta e critico Domenico Settevendemie.La mostra , all'insegna di una grande libertà espressiva, propone artisti contemporanei di ambito emiliano - romagnolo sia per origine che per luogo elettivo di residenza , che attraverso molteplici interventi, dialogano con gli scenografici spazi della Basilica.Lo spazio sarà aperto al pubblico sino al 28 dicembre 2008.Una seconda tappa della mostra si svolgerà a Bondeno (FE) presso la Pinacoteca Comunale con inaugurazione il venerdi 19 dicembre 2008 alle ore 19 ; la mostra in questa sede sarà visibile fino al 6 gennaio 2009.
Segue il testo di Corrado Cati
PITTURA:


Paolo Volta, pittore ferrarese, svolge una ricerca in cui luoghi e architetture silenziose, irreali, rendono quel senso di estraneamento tipico della pittura che proprio a Ferrara vide i natali.
L’arte di Volta, che si muove all’interno del figurativo, è oggi esemplificata dalla raffigurazione di architetture solide, ben riconoscibili, aventi una propria, anche se non precisa, volumetria le quali dominano entro uno spazio privo di fondo dove le forme stesse appaiono appena rarefatte in quanto inghiottite da un’atmosfera colorata, artificiale.
L’immagine, non esente da un certo imparentamento con gli scorci e i punti di vista resi dalla tecnica fotografica e costruita da pennellate fluide, ma sommarie, lascia intravedere un’accenno d’astrazione che potrà in seguito rappresentare una possibile direzione verso cui tendere per poter interpretare, in chiave del tutto personale, tutto cio’a cui diedero vita a Ferrara nel secondo decennio del novecento De Chirico, Carrà e Morandi, senza poi dimenticarci che, nelle opere odierne (anche se non vengono rappresentati oggetti e immagini di consumo quotidiano) và riconosciuta quella ripetizione Pop (Warhol), resa da raffigurazioni uguali, in serie, che tanto ci rimandano alla tecnica a stampa serigrafica.
Riccardo Bottazzi, pittore e scultore anch’esso ferrarese, dopo aver inizialmente affrontato un percorso di chiara impronta metafisica, giunge oggi a sviluppare una ricerca astratta tendente al geometrico, al lineare (Mondrian, Malevic) nella quale, ci ricorda l’artista,“ la linea si pone nervo scoperto della materia”.
Grazie all’utilizzo di una tecnica mista (olio e resine gommose) che gli permette di realizzare veri e propri rilievi su tela, l’artista riesce a dare plasticità alle proprie visioni meccanomorfe di paesaggio circostante ricollegandosi, in tal modo, alla ricerca che lui, da sempre, reputa più congeniale, ovvero la scultura.
Un discorso, questo, visibilmente ribadito dal minimalismo sussurrato delle sue opere grafiche, accennate ed essenziali, ma non per questo meno utili ai fini di una ricerca astratto-lineare di paesaggio – orizzonte.
Roberto Pagnani, pittore ravennate, da sempre interessato ad una rappresentazione paesaggistica intima e soggettiva svolta attraverso la lezione di maestri storici dell’Informale italiano ed europeo, prosegue, oggi, il proprio lavoro, utilizzando nelle sue opere materiali come sabbie e vernici (simboli di una Ravenna industrializzata e inquinata), che sullo stucco possono sgretolarsi e perdersi, oltre che materiali di svariato genere (non in questo caso) come il legno, il metallo, ecc...(Schwitters, Rauschenberg), al fine di raccontare la propria urgenza intima e poetica mediante un ritratto geografico filtrato attraverso una visione espressionista ed informale.
I paesaggi acquatici o di pianura di Pagnani, quasi sempre in bilico tra astratto e figurativo, possono raccontare sia di Ravenna, sia di qualsiasi altra città industriale di mare e non, logorata dal tempo, dal sale ma soprattutto dalla secolare presenza umana.
Mauro Bendandi, pittore anch’egli di Ravenna, passato attraverso una rappresentazione su materiale plastico, quale polipropilene, di oggetti massificati di chiara matrice popular, approda qui ad una raffigurazione ad olio su lamiera nella quale, non esulando certo dall’impronta Pop che fino ad ora lo ha contraddistinto, punta ad una ricerca figurativa capace di indagare dall’interno oggetti casalinghi, in questo caso lampadari colorati “stile Venezia”.
Concentrando l’attenzione sull’oggetto quotidiano a se stante ed analizzandolo fuori dal suo contesto casalingo abituale, l’artista si ricollega concettualmente a quel filone della Storia dell’Arte che partendo da Duchamp arriva a toccare vari aspetti del New Dada, della Pop Art e dell’arte italiana di inizio anni sessanta (Manzoni), penetrandolo, però, e filtrandolo attraverso quella necessità personale così intima e soggettiva e a quella volontà così assoluta tipiche di chi, da sempre, ha avuto come obiettivo l’indagare semplici oggetti apparentemente insignificanti: mi riferisco con ciò a quegli artisti che, dai primi decenni del seicento fino a Morandi, mediante una visione congelata, eterna, sospesa nel tempo, hanno perseguito tale scopo.
L’energia luminosa che, non a caso, emanano i suoi oggetti elettrici impreziositi dal tempo e dal supporto metallico, è accompagnata da appunti veloci e schizzati, utili all’artista per le sue realizzazioni che tanto lo imparentano con artisti che del linguaggio segnico hanno fatto un loro cardine espressivo, quali Twombly e Novelli.


SCULTURA E INSTALLAZIONE:


Cristina Anna Adani, scultrice modenese, parte da una ricerca plastica impressionista riconducibile in gran parte a quella di Medardo Rosso. Nella maggior parte dei casi, infatti, la materia lavorata risulta sfatta, pronta a consumarsi, lasciata al caso, soprattutto quando l’artista istintivamente ritiene che non sia il caso di tornarci sopra e di riprenderla.
In questi casi, nei quali anche gli echi di Rodin sono più evidenti, sembra prorompere dall’interno delle opere verso l’esterno una forte carica emotiva, un’energia che proviene dal basso, un fuoco capace di dotare tali figure di una forte carica espressionista. Si tratta di soggetti tormentati, irosi nei loro movimenti accesi e violenti, caratterizzati da una lavorazione plastica impetuosa, approssimativa, tendente al non finito. Ecco dunque che la massa acquista una forma sommaria mostrandoci una personale interpretazione dell’artista tendente all’astratto.
Altre volte la ricerca è pacata, la figura si allunga sensibilmente assumendo una maggiore compostezza. Nella rappresentazione della fragilità e del deperimento umano, temi non estranei all’arte sia di Manzù che di Giacometti, a volte il linguaggio dell’artista si ammorbidisce, le superfici si fanno più lisce, i corpi, che in origine nascono radicati alla terra e arsi dal fuoco, tendono a uno slancio verso l’alto alla ricerca di una boccata d’aria, ma pronti a riesplodere nuovamente, rendono tale calma fittizia ed apparente.
Maria Chiara Zarabini, artista bolognese, distinta, da sempre, da un interesse dominante nei confronti degli assemblaggi di materiali di vario genere, passa attraverso la creazione di opere tridimensionali ricollegabili in gran parte ad artisti quali Schwitters e Rauschenberg, per poi approdare oggi nel campo delle installazioni, grazie alle sue sculture leggere e ariose capaci di ornare e di sistemarsi con grazia, tutta femminile, nello spazio circostante. I riferimenti più palpabili alla contemporaneità del suo percorso odierno, che vanno probabilmente ricercati in quelle tendenze espresse da artisti quali Pistoletto, Kounellis, Pascali ecc…(fino allo sfociare odierno negli happenings e nelle performance), sono qui filtrati attraverso una certa sensibilità, tutta lirica e musicale; invece, le reti metalliche di alluminio ed ottone utilizzate per la realizzazione di queste opere (peplo e candelabri), così sapientemente elaborate, rivelano una famigliarità con la tecnica del cucito intima e preziosa.
Riccardo Bottazzi, come già accennato in precedenza, attua una ricerca plastica strettamente legata a quella pittorica.
Nelle sue realizzazioni in pietra o in marmo si respira la necessità di utilizzare un linguaggio che aspiri a definire, in termini contemporanei, un’espressione di base arcaica e primitiva che nulla vuole perdere del suo mistero, dettata probabilmente dai soggiorni in terre lontane ai quali l’artista partecipò anni addietro.
Inizialmente, la scultura di Bottazzi appariva visibilmente influenzata da quella cubista di Lipchitz e Archipenko, con le sfaccettature e le spigolosità in perenne dialogo con i fori che rendevano perfettamente l’idea del passaggio tra vuoti e pieni (Moore), mentre l’energia magica che rievocava (e che rievoca tuttora) miti e mondi lontani, ci riconduce a quel concetto di purificazione spirituale propria di Brancusi.
Oggi, attraverso la meditazione di una ricerca paesaggistica lineare, geometrica, oltre naturalmente all’assimilazione delle opere degli artisti sopra citati (tutti uniti sia dalla comune riflessione che la scultura non deve essere imitazione del reale, sia dall’attrazione per l’arte essenziale arcaica e primitiva), giunge ad una rappresentazione formale riconducibile, a mio parere, a quelle esperienze astratte, definite “concrete”, degli anni 30 del novecento rappresentate dalle opere di artisti quali Bill e Arp, nelle quali i contenuti si rifiutano di rapportarsi con la natura e sorgono, quindi, senza la mediazione di questa. L’utilizzo che qui Bottazzi fa del marmo riflette sia il ricorrere costante ad una logica geometrica (Bill), sia il cogliere, grazie a forme semplici ed essenziali, parti di paesaggio come luogo di purezza, di immersione nell’aria circostante.
C.C.










Roberto Pagnani a "milledicuori". Milano


MilledicuoriLe forme e i colori della ricerca a cura di Nazareno LucianiSi chiama -Milledicuori: le forme e i colori della ricerca- la mostra di opere d'arte contemporanea con finalità solidali, organizzata dal 30 novembre all'8 dicembre 2008, nelle prestigiose sale di Villa Borromeo Visconti Litta a Lainate, dal Fondo DMD Gli Amici di Emanuele e dall'Associazione La Nostra Famiglia. Settanta gli artisti di fama nazionale e internazionale, provenienti da ogni angolo d'Italia, per lanciare un messaggio di speranza e solidarietà, attraverso la donazione delle loro creazioni d'arte. Verranno, infatti, battute all'asta per raccogliere fondi, da devolvere interamente ai progetti di ricerca sulla Distrofia Muscolare di Duchenne. L'inaugurazione della rassegna, e' prevista per il 29 novembre alle ore 18, un'anteprima riservata agli invitati dell'associazione e ai giornalisti, mentre l'apertura al grande pubblico si avrà il giorno successivo. Due gli appuntamenti importanti: il primo, il 7 dicembre con un concerto di musica Gospel-Spirituals e l'altro con l'asta con cui si chiude la mostra, l'8 dicembre a partire dalle ore 17. A selezionare gli artisti partecipanti a Milledicuori, ci ha pensato Nazareno Luciani, pittore marchigiano e curatore artistico di questo evento, a cui e' dedicato anche un catalogo, edito da Archi's Communication Adv di Perugia, tra i partners dell'iniziativa. Nella sua introduzione, scritta dalla critica d'arte Alessandra Morelli, si anticipa il comune denominatore di tutte le opere in esposizione: -la condivisione come corrispondenza tra due mondi, apparentemente diversissimi e lontani, la bellezza e il bisogno-. Promotori dell'iniziativa l'Associazione La Nostra Famiglia, impegnata da anni nell'assistenza e nella terapia di malattie genetiche e invalidanti, insieme al Fondo DMD Gli amici di Emanuele, nato con lo scopo sostenere progetti di ricerca sulla Distrofia Muscolare di Duchenne. La mostra, che gode del patrocinio dell'Assessorato alla Salute Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Lainate, resterà aperta dal 30 novembre fino all'8 dicembre e durante i giorni feriali sarà visitabile dalle ore 18 alle 23, mentre nei giorni festivi dalle 10 alle 23. L'ingresso e' gratuito. Inoltre, grazie all'Associazione Amici di Villa Litta, sarà possibile organizzare visite guidate all'interno della Villa, per tutta la durata dell'evento. Inaugurazione ore 18 Villa Litta Via Vittorio Veneto, 2 - Lainate (MI) Orario: dalle ore 18 alle 23, giorni festivi dalle 10 alle 23 Ingresso libero.
www.fondodmd.it

martedì 28 ottobre 2008

Mikhail Rashkovskiy


Nida (Lithuania), estate 2008

domenica 19 ottobre 2008

SCARPE D'AMARE - V edizione 2008



Opere di:
Enza Acciaro
Valeria Acciaro
Lino Alviani
Paola Babini
Rosa Banzi
Inaki Bilbao
Antonio Caranti
Sabrina Casadei
Luca Coser
Bibiana Crespo
Ilaria Cuccagna
Massimiliano Fabbri
Ivo Gensini
Dinko Glibo
Koh-Emon-Hattori
Renato Lipari
Mandra
Alberto Mingotti
Nico Mingozzi
Roberto Morini
Floriana Mucci
Franco Ottavianelli
Marta Pachòn Rodriguez
Roberto Pagnani
Marcello Palminteri
Guido Pecci
Teresa Pollidori
Fernando Rea
Riccardo Righini
Elena Sevi
Margherita Tedaldi
Antonio Tramontano
Testo critico di
Loredana Rea

domenica 12 ottobre 2008

NOBODADDY 2008 - 2009



Ravenna Teatro, Teatro Stabile di Innovazione - Comune di Ravenna, Assessorato alla CulturaFondazione del Monte di Bologna e Ravenna - CMC Cooperativa Muratori Cementisti RavennaTeatro RasiRavenna ott. 2008maggio 2009venerdì 10 ottobre ore 21LACRIMELLA.DE disegni di Anke Feuchtenbergera cura di Gianluca Costantini, Elettra Stamboulis e Associazione Mirada.Un universo popolato di sogni veri, dove la realtà, divorata dall´inconscio, prende forme mai viste, frutto di un´audacia psichica e di un segno al contempo innocente e spietato. La disegnatrice tedesca Anke Feuchtenberger insegna all´Accademia di Amburgo e pubblica tra gli altri su "Die Zeit"; in Italia su "Lo Straniero" e "Internazionale". La mostra è visitabile fino all'8 ottobre il lunedì dalle 15 alle 18, dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 e durante tutte le aperture del Nobodaddy e degli altri programmi del Teatro Rasi.
Sabato 11 ottobre, in occasione de "La Notte d'Oro", la mostra sarà aperta dalle 20 alle 23. PROGRAMMA NOBODADDY 2008 2009 OTTOBRE__________venerdì 10 ottobre ore 21 Teatro Rasi - inaugurazione (mostra aperta fino a sabato 8 novembre)LACRIMELLA.DEdisegni di Anke Feuchtenberger, a cura di Gianluca Costantini-Elettra Stamboulis-Associazione Miradada venerdì 24 ottobre a venerdì 7 novembre (riposo il 27 e 30 ottobre, e il 3 novembre) Teatro Rasiferiali ore 21, domenica ore 16 (prenotazione obbligatoria)Teatro delle AlbeSTRANIERIil 25 ottobre dopo lo spettacolo presentazione del libro e dvdSuburbiadel Teatro delle Albe (Ubulibri), con la proiezione del filmMuseum Historiae Ubuniversalisdi Alessandro Rendail 5 novembre dopo lo spettacolo, incontro con Laura Mariani venerdì 31 ottobre ore 22,30 Studio Muni* (prenotazione obbligatoria)in collaborazione con Homunculus / TCP Tanti Cosi ProgettiFrancesca Proia / Danilo Conti NOTHING FEMALE IS ALIEN TO MENOVEMBRE__________sabato 8 novembre ore 19 Teatro Rasi (ingresso libero)PREMIO "LO STRANIERO" 2008a cura di Goffredo Fofigiovedì 20 novembre Teatro Rasiin collaborazione con Màntica / Socìetas Raffaello Sanzioore 20Socìetas Raffaello SanzioMADRIGALE APPENA NARRABILE+ore 22MICHAEL GIRAconcerto a cura di Bronson Produzionivenerdì 28 novembre ore 21 Teatro RasiTeatro ValdocaMISTERIOSO CONCERTO TRIOdopo lo spettacolo presentazione del dvdPaesaggio con fratello rotto del Teatro Valdoca (Luca Sossella editore)DICEMBRE__________mercoledì 3 e giovedì 4 dicembre ore 21 Artificerie Almagià (prenotazione obbligatoria)Fanny & AlexanderAMORE (2 atti)il 3 dopo lo spettacolo presentazione del libro di Renata MolinariViaggio nel teatro di Thierry Salmon(Ubulibri); partecipano Lorenzo Bazzocchi, Luigi De Angelis, Catia Gatelli, Chiara Lagani (appuntamento da confermare)GENNAIO__________sabato 10 gennaio ore 18 Teatro Rasi - inaugurazione (mostra aperta fino a venerdì 13 febbraio)in collaborazione con l´Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di RavennaT*Sguardo sui confini dell´identità di genereopere fotografiche di Luca Gambi, Lia Pari e Valentina Venturi, a cura di Silvia Loddoda mercoledì 21 a venerdì 23 gennaio ore 21 Teatro RasiTeatro delle AlbeROSVITAil 21 dopo lo spettacolo incontro con Maria Martinelli e proiezione di un estratto daIl 13° giorno, documentario di Simona Cocozza e Maria Martinelliil 22 dopo lo spettacolo il Teatro delle Albe presenta Aria pubblica "lettura in versi" di Laura Redaelli, regia Ermanna Montanariil 23 dopo lo spettacolo il Teatro delle Albe presenta A i semma tot "lettura selvatica" di Roberto Magnani, regia Marco Martinellisabato 31 gennaio ore 21 Teatro RasiValter Malosti / Teatro di Dioniso / Fondazione Teatro Stabile di TorinoVENERE E ADONEFEBBRAIO__________venerdì 13 febbraio ore 21 Teatro RasiArturo Cirillo / Nuovo Teatro Nuovo LE CINQUE ROSE DI JENNIFERdopo lo spettacolo presentazione del libro di Andrea Porcheddu Il vero e il falso (Titivillus editore), partecipa l´autorevenerdì 27 febbraio Teatro Rasiore 18 - inaugurazione (mostra aperta fino al 27 marzo)CASADICOSE opere di Mauro Bendandi e Roberto Pagnani, a cura di Viola Giacometti+ore 21Antonio Rezza e Flavia MastrellaPITECUSdopo lo spettacolo proiezione dei cortometraggi di Antonio RezzaMARZO__________venerdì 13 marzoore 20 Artificerie Almagià I Sacchi di Sabbia1939+ore 21,30 Teatro RasiTeatro SotterraneoPOST-ITore 22,30 incontro con le compagnie a cura di Altre Velocità, partecipa Luca Riccivenerdì 27 marzoore 20 Artificerie AlmagiàFibre Parallele TeatroMANGIAMI L´ANIMA E POI SPUTALA+ore 21,30 Teatro RasiBabilonia TeatriMADE IN ITALYore 22,30 incontro con le compagnie a cura di Altre Velocità, partecipa Maurizio BraucciAPRILE__________venerdì 3 aprile ore 21,15 / sabato 4 e domenica 5 aprile ore 18 Ex-Filanda** (Forlì)(venerdì 3, pullman dal Teatro Rasi)Masque TeatroMATERIA CANI RANDAGI+venerdì 3 aprile ore 18 e 19,30 / sabato 4 e domenica 5 aprile ore 20 e 21,30 Artificerie Almagià (prenotazione obbligatoria)OrthographeTENTATIVI DI VOLOore 22,30 il 4 incontro con le compagnie a cura di Altre Velocità, partecipa Silvia Bottiroliore 22,30 il 5 concerto dixtravagance core in collaborazione con Palustre Records (ingresso libero)da martedì 21 a giovedì 23 aprile - luogo e orari da definireLA LINGUA DI SHAKESPEAREesercizi teatrali dal Riccardo II laboratorio teatrale condotto da Roberto Corradino venerdì 24 aprileore 20 Artificerie AlmagiàMenoventiSEMIRAMIS+ore 21,30 Teatro RasiRoberto Corradino / Reggimento Carri CONFERENZA / NUDO E IN SEMPLICE ANARCHIAore 22,30 incontro con le compagnie a cura di Altre Velocità, partecipa Piergiorgio GiacchèAltri concerti a cura di Bronson Produzioni saranno programmati nel corso della stagione.La direzione si riserva di apportare al programma eventuali modifiche che si rendessero necessarie per cause di forza maggiore.Teatro Rasi, via di Roma 39, Ravenna.Artificerie Almagià, via Almagià 2 (zona Darsena), Ravenna.*Studio Muni, via Redipuglia 8, Ravenna (per accedere a questo spazio è necessario sottoscrivere la tessera dell´Associazione Culturale TCP Tanti Cosi Progetti al costo di 0,50 centesimi).**Ex-Filanda, via Orto del Fuoco 3, Forlì (per accedere a questo spazio è necessario sottoscrivere la tessera gratuita dell´Associazione Culturale Masque).Si ringraziano inoltre per la collaborazione Santarcangelo dei Teatri, Associazione Cantieri, Mar - Museo d´Arte della città di Ravenna, A.N.G.E.L.O. Vintage Palace, Barnum, Bios, Digital Photo Center, Elios Copyng Center, Folk Studio, Libreria Feltrinelli Ravenna, Libreria Mirada, Osteria ai vicoli, Post Post, Rivendita Giornali & Riviste di Cicognani Massimo & Filippo, Scout, Villaggio Globale-Commercio Equo Solidale.BIGLIETTI__________ in vendita dal 4 ottobreOttobre/febbraioIntero 10€ Ridotto 8€ non-scuola 08/09 5€ operatori 3€Ingresso unico 10€ perMadrigale appena narrabile ePitecusMarzo/aprileIntero 10€ Ridotto 8€ non-scuola 08/09 5€ operatori 3€Prezzo speciale per l´intera serata (2 spettacoli) 12€Michael Gira Intero 13 € ridotto 10€(il biglietto dei concerti varia a seconda dell´evento e verrà comunicato volta per volta)Madrigale + Michael GiraPrezzo speciale 20€Ingresso libero per Lacrimella.de; T*; Casadicosee per gli incontriRIDUZIONI__________ fino a 25 anni, oltre i 65, studenti universitari, insegnanti, abbonati alla Stagione di Prosa 08-09, gruppi organizzati, soci TCI, ENDAS provinciale, ARCI provinciale.CARNET__________in vendita dal 4 ottobre6 ingressi a scelta tra ottobre e febbraio 45€8 ingressi a scelta tra ottobre e febbraio 56€8 ingressi a scelta tra marzo e aprile 40€I carnet non sono nominali, sono cedibili ad altre persone e utilizzabili per più ingressi allo stesso spettacolo. Sono validi per tutti gli spettacoli in cartellone, ESCLUSI i concerti a cura di Bronson Produzioni (tra cui quello di Michael Gira) e sono in vendita per l´intera stagione negli orari di biglietteria (ESCLUSE le sere di spettacolo). Il carnet va cambiato con regolare biglietto Siae ed è accettato fino a esaurimento posti (per prenotazioni 0544 36239). CONNESSIONI__________ sono previste tariffe agevolate per gli spettatori del Nobodaddy all´iniziativa Appunti di viaggio. Percorsi all´interno della mostraL'artista viaggiatore. Da Gauguin a Klee, da Matisse a Ontani (22 febbraio - 21 giugno) al Museo d´Arte della città di Ravenna: visite guidate speciali a cura di artisti, scrittori e attori (informazioni: 0544 482487, http://wpop8.libero.it/cgi-bin/webmail.cgi?Act_V_Compo=1&mailto=promo@museocitta.ra.it&ID=Ie4bMlOmRKYl00QlsA1VO_K91osHiMIjPKVjsErnAicH&R_Folder=aW5ib3g=&msgID=3792&Body=0).PREVENDITE BIGLIETTI E CARNET__________biglietteria Teatro Rasi: via di Roma 39, Ravenna, tel. 0544 30227. Il giovedì dalle 16 alle 18; il sabato dalle 10 alle 12 (chiusa dal 22 dicembre al 6 gennaio).Biglietteria Santarcangelo dei teatri dal 10 novembre: via A. Costa n.28, Santarcangelo di Romagna, tel. 0541 626185. Dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.30. Online: http://wpop8.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=4Dx75ciVp%2BBRf31wUsZY4qBnAA19U7eAdG3GtlR3cEXf4NtcHLZBZFzQijcOP8uX&Link=http%3A//www.ravennateatro.com/nobodaddyAPERTURA BIGLIETTERIE SERALI__________ un´ora prima dello spettacolo: Teatro Rasi, tel. 0544 30227. Altri luoghi, tel. 333 7605760.INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI__________(è sempre consigliata la prenotazione). Ravenna Teatro, via di Roma 39, Ravenna, tel. 0544 36239 (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18). I biglietti prenotati telefonicamente devono ritirati entro 45 minuti dall'inizio dello spettacolo. www.ravennateatro.com - http://wpop8.libero.it/cgi-bin/webmail.cgi?Act_V_Compo=1&mailto=nobodaddy@ravennateatro.com&ID=Ie4bMlOmRKYl00QlsA1VO_K91osHiMIjPKVjsErnAicH&R_Folder=aW5ib3g=&msgID=3792&Body=0 - http://wpop8.libero.it/cgi-bin/webmail.cgi?Act_V_Compo=1&mailto=organizzazione@ravennateatro.com&ID=Ie4bMlOmRKYl00QlsA1VO_K91osHiMIjPKVjsErnAicH&R_Folder=aW5ib3g=&msgID=3792&Body=0 - skype:nobodaddy.ravenna
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venerdì 10 ottobre 2008

DOVADOLA E I GIOVANI RAVENNATI


LAURA BALDASSARI
MAURO BENDANDI
DUSCIANA BRAVURA
FABIANA GUERRINI
MARCANTONIO RAIMONDI MALERBA
DEBORAH BARONI
GIANPAOLO CARROLI
ARIANNA GALLO & LUCA BARBERINI
ROBERTO PAGNANI
NICOLA SAMORI'
MATTEO SAULI
Testo critico di
MARISA ZATTINI

sabato 20 settembre 2008

Festival delle Arti - Bologna 2008



"Adriatico", tra i primi sette finalisti al Festival delle Arti - 2008 di Bologna patrocinato da Andrea Mingardi.

Grazie a tutti,

Roberto Pagnani

mercoledì 10 settembre 2008

giovedì 4 settembre 2008

AMMUTINAMENTI - 2008


Ravenna, 6 > 26 settembre 2008
Nel festeggiare i suoi dieci anni, Ammutinamenti propone un calendario che mantiene e persegue quella intima vocazione alla danza urbana e d’autore che finora lo ha caratterizzato come motore propulsivo di nuove esperienze culturali e spettacolari ed elaboratore di nuovi codici e modalità performative.

sabato 6 settembre ore 20.00, Artificerie Almagià - RavennaInaugurazione della mostra Walking degli artisti visivi Roberto Pagnani e Mauro Bendandi, a cura di Ilaria Siboni, in collaborazione con CadeArt. La mostra, attraverso l’accostamento di 15/20 opere, mette a confronto l’iperrealismo delle scarpe e degli oggetti di uso comune di Bendandi, simboli di un viaggio attraverso lo sviluppo dell’uomo, con la leggerezza dell’informale delle figure senza identità di Pagnani.Il programma completo della manifestazione è consultabile sul sito http://ammutinamenti.wordpress.com/

mercoledì 6 agosto 2008

SITUAZIONI - CORPOSAMENTE 08

Grazie alla Paola ed all'Ilaria per aver allestito la mostra quando ero in Lituania.
Roberto

martedì 5 agosto 2008

ELEKTA


Comune di Spinetoli Provincia di Ascoli Piceno ELEKTA Mostra d'arte contemporanea"A me gli occhi"- l'arte che illude e l'arte che disillude -a cura di Alessandra Morelli coordinamento artistico Nazareno Luciani INAUGURAZIONE 27 LUGLIO 2008 ore 18 artisti invitati: Mauro Bendandi, Anselmo Brutti, Francesca Casolani, Roberto Chicchinè, Giulia Corradetti, Francesco Cuna, Chiara Francesconi, Andrea La Rocca, Mara Nitti, Elena Nonnis, Roberto Pagnani, Marco Saugo, Brian Wells Stevens. Palazzo delle Videoconferenze - Facoltà Scienze Politiche Corso Umberto I Spinetoli (AP) aperta tutti i giorni dalle ore 20 alle ore 22 - tranne il lunedì, sino al 9 settembre associazione culturale officina San Giacomo - info: 800 711 323 - 328 7180203

FRANCESCO GALATI


Il 21 luglio 2008 è volato via il mio carissimo nonno Francesco.
Aveva la bellezza di novantanove anni e sei mesi!
Ciao nonno e veglia sempre su di me!
TI VOGLIO BENE!!!

lunedì 14 luglio 2008

DIEVAS_DIO - ROBERTO PAGNANI

DIEVAS_DIO

Il frangersi del mare sulla terra accomuna tutti i popoli che stanno sul confine, i popoli costieri. Il rapporto con il mare è qualcosa di difficilmente spiegabile, perché è il rapporto che mette l’uomo davanti ai propri limiti e alle proprie paure. Ma è anche una tensione positiva che genera linfa vitale, perché il mare è generoso, e sa prendere per mano popoli lontani e farli dialogare.
Il rumore che il visitatore della Casa degli Artisti sente affacciandosi sulla laguna non è molto diverso da quello che si sente sull’Adriatico, il “mare di Venezia”, che sempre ha saputo guardare lontano. Uno sguardo che Roberto Pagnani ha imparato molto presto. Crescere e sentir propria Ravenna, ex capitale dell’impero romano e gloria dell’arte bizantina, significa saper immergersi in un’atmosfera particolare che trova similitudini nelle pagine italiane di Thomas Mann, che proprio a pochi metri da qui aveva la sua residenza estiva.
Significa anche formare il proprio sguardo sui contrasti, come quello tra la pineta citata da Dante, che proprio a Ravenna è sepolto, e l’importante zona industriale e portuale. Una tensione che l’artista ha ben presente e che è percepibile nella sua poetica, nata e cresciuta sui più alti esempi della pittura Informale europea degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Un interesse trasmesso a Roberto dal nonno, appassionato collezionista di questa grande ventata artistica, che seppe finalmente rapportarsi con la nuova civiltà tecnologica contemporanea.
La pittura di Roberto vive dell’amore per la propria terra e dei suoi paesaggi, tra cielo e mare, tra natura e industria. Vive dei suoi colori, dei materiali di cui è composta, e si concretizza nella pastosità magmatica della sua pennellata. E vive ritraendo soggetti che “abitano” sul confine, appunto, come navi o strutture portuali, delineate in una nebbia che trasfigura, tra figurazione e astrazione.
Ma il rumore dei marosi è manifestato anche dall’uso dei materiali che il mare stesso fornisce, come legni o conchiglie levigate dalle onde, che il pittore utilizza per le proprie opere. Un atto, quello del raccogliere, che la penisola di Neringa conosce bene, e che Roberto rinnova artisticamente in discendenza con la tradizione italiana dell’Arte Povera.
Questa poetica è rinnovata ora con la presente esposizione, che vede per la prima volta affacciarsi sulla superficie pittorica degli idoli primitivi, aggettanti e quasi minacciosi, corredati di collane votive. Sono composti, di nuovo, da elementi donati dal mare, ed i loro occhi smaltati, realizzati con tessere di mosaico, scrutano in noi con fare arcano e bizantina ieraticità.
La loro aura, portatrice di una cultura animistica dal fascino ipnotico, mette lo spettatore davanti ad un’idea di sacro diversa da quella attuale, rassicurante al limite della narcosi. Ci mette di fronte ad una sacralità che celebra il rito della vita comprendendone la precarietà, e nelle sue gioie ed i suoi dolori, la sua unicità. Un po’ come fa il mare, che tra bassa e alta marea, concede e riprende.

Daniele Guernelli


ROBERTO PAGNANI
DIEVAS_DIO
07 21 08 03



GINTARO GALLERY
(In the Artist house)

Tutoress: Kristina Mizgiryte

Exhibition opening: 07.26 18:00 h. Pamario g.20, Nida

venerdì 27 giugno 2008

Pittura e Poesia


Valerio Fabbri, Francesco Osti e Roberto Pagnani

venerdì 20 giugno 2008

L'incisione in Italia OGGI


Alla presentazione ed alla mostra inerente la pubblicazione del
"REPERTORIO DEGLI INCISORI ITALIANI (5° Edizione)"
sarà presente anche un'opera di grafica incisoria di Roberto Pagnani

Presentazione del catalogo "Fuoridisé"


MAGI '900

"OGGETTI" (Roberto Pagnani), segnalato al concorso di pittura tenutosi, nel mese di giugno 2008, al museo MAGI '900 di Pieve di Cento (Bo).

sabato 14 giugno 2008

FRANCESCO BIANCHINI



La forma nel dettaglio: l’arte e la pittura di Roberto Pagnani
(di Francesco Bianchini)


Percorrendo una lunga e lenta pianura, dove lo sguardo veloce si posa su macchie, alberi solitari, campi arati nitidamente intrecciati, case, assembramenti di edifici, sparse persone di ogni tempo, l’unica cosa che si può cogliere in modo definito è il dettaglio. Sfuggono le forme generali, i sistemi paese-campagna, le topografie delle città, i complessi avvinti al territorio. La pianura non è come la collina che dipinge i suoi spazi e li rappresenta, grazie all’innato macchinario dei piani inclinati, al visitatore, al passante, distratto o attento che sia. La pianura è ciò che è solo nel ricordo di chi la percorre, di chi sa mettere insieme tutti gli aspetti e i caratteri dei luoghi che ha visto, di chi ricorda il senso e le volte della strada con cui ha tagliato la pianura, perché ogni spostamento è tale in questo luogo con una sola dimensione verticale: quella dell’assenza.
L’arte di Roberto Pagnani è un’arte di pianura. L’arte di Roberto Pagnani oltre a questo è anche pittura. Nei suoi quadri non si trovano solo i colori, non sono tele stese di forme senza asperità, levigatamente incastonate. I materiali che a volte incontriamo sono frutto di quello stesso territorio che rappresentano, sono il punto di contatto fra ciò che la raffigurazione è e ciò che fa la raffigurazione, un ponte che, incredibilmente ma naturalmente, si instaura fra opera e rappresentato, mantenendo le stesse misure (lo stesso pezzo di legno o di metallo trovato in una valle o in una spiaggia al limitar del mare), ma anche la stessa scala, lo stesso rapporto. I pezzi della realtà sono pezzi anche del quadro, perché, come si è detto e si dirà, i dettagli, nell’opera di Pagnani, danno la forma, e il complesso mantiene la sua dimensione complessiva perdendo la forma complessiva a favore dei dettagli. Ma, ancora qualcosa sui pezzi e i materiali.
Nonostante l’emergere della loro consistenza, come di un volto sporgente sulla testa che lo contiene, anche essi vanno considerati secondo la dimensione verticale dell’assenza. Il pezzo fuoriesce ed è questo dettaglio, il fatto che fuoriesce – nel modo in cui fuoriesce – a mostrare il suo ruolo nella formazione della figura complessiva, a farla rimanere ancora, in tutto e per tutto, pittura, distesa bidimensionale rappresentativa. Così, nel ciclo Paesaggio e materia, cioè che emerge e il dettaglio materico che ci permette di cogliere le forme cristallizzate della pianura innervata di valli. Le industrie sono chiodi eterni del paesaggio che trascorre lentamente. Le piattaforme sono un accenno in rilievo della lontananza con cui si percepisce il distacco della loro funzione di piccole pianure artificiali nell’acqua densa e instabile, nella notte liquida del mare. Le palafitte sono pali infitti nel quadro come nei corsi d’acqua estenuati di un qualche delta appena al di là del tempo conosciuto, ai cui piedi si ammassano i residui casuali del costruire umano a comporre forme inaspettate, volute e cercate, invece, nel quadro, nella pittura.
E appunto l’arte di Roberto Pagnani è, e rimane, pittura, come una pianura che lancia immobili costruzioni al cielo, che gioca a sfasare i dettagli del suo orizzonte quasi sempre confuso, ma rimane pianura. Allora, anche dove Pagnani non usa materiali o pezzi, anche dove le asperità della singola opera diminuiscono, nella sua opera sono i dettagli a creare il doppio effetto di sfocamento dell’orizzonte e di quasi-definizione della forma. Quando parliamo di dettagli, alludiamo al colore che viene utilizzato, e che non è mai distaccato dalla forma particolare della “macchia” con cui viene istanziato in quel momento; alludiamo alle linee che intersecano le macchie di colore, che rendono definito ora quella parte, ora quell’altra, del quadro, come in una paesaggio, appunto, avvezzo a svelare il determinato nell’informe bagliore soffuso dell’indeterminato. Il ciclo di Memorie è un manifesto incarnarsi di questa concatenazione di determinato-indeterminato che potremmo definire “poetica del segnale”.
Proprio perché l’opera di Roberto Pagnani affronta nel corso degli anni con continuità stilistica temi concettualmente e raffigurativamente contigui, la poetica de segnale soggiace alle scelte relative all’uso delle forme geometriche nel ciclo Ritratti e corpi. Qui la geometria è presente con figure non regolari, eppure simili ad altre regolari. La loro concatenazione produce il segnale, il richiamo all’umano attraverso le sue dimensioni caratteristiche, che un soggetto può avvertire al tatto, ed elaborare col ricordo, o sentire, in un atto unico, propriocettivamente. In questo ciclo di Pagnani è proprio il risultato della percezione propriocettiva a costituire la vera forma rappresentata, a essere quella pianura autopercepita del proprio corpo e del proprio volto, a un tempo luminosi e vaghi per chi li ascolta dall’interno. E se il soggetto è l’artista stesso, l’autoritratto può essere sia manifestazione dell’attenzione con cui ci si osserva, sia osservazione del proprio atteggiamento contemplativo, quest’ultimo sempre immaginato e mai visto, perché non si può vedere la propria contemplazione senza trasformarsi in un soggetto attento a qualcosa. Perciò, è ancora una volta la poetica del segnale, nel dettaglio degli sguardi dipinti, a superare in potenzialità espressive l’attualità della visione speculare e la fragilità dell’eterno attimo fotografico.
E, infine, le Navi, il ciclo maggiore di Roberto Pagnani. Qui l’uso del dettaglio viene spinto alle sue estreme potenzialità, i colori si connettono reciprocamente, le linee, oltre ad attraversare le macchie di colore informandole e deformandole, tracciano confini netti, ampi spazi di contenimento, così come nella pianura gli orizzonti. Per apprendere i quadri di questo ciclo l’occhio deve percorrere tutti i colori a uno a uno, sommando in senso logico e non aritmetico le parti della figura. Qui l’opera viene fuori per considerazione mereologica e non per giustapposizione cumulativa, così che le navi siano mobili nel fondo immobile: il mare, la terra, una costa lontana, il bordo di un canale, ma anche lo sfondo senza dimensioni del quadro, il contesto non dettagliato monocromo o policromo. Le navi sono il tempo che passa sulle cose, sono oggetti che ci trasportano su terre e acque disposte a scacchiera, come fra sensazioni e pensieri compiuti, razionalmente delimitati. Sulla nave, il bastione delle costruzioni artificiali, ancora una volta, è il segno dell’umano nel divenire di un viaggio che è già stato, ma che potrà avvenire di nuovo; è la rappresentazione della macchina con cui il tempo viene percorso, sul lento sciabordio ondoso della realtà informe. Lo strumento che è la nave permette all’uomo la costruzione della forma delle sue azioni. Qui ritorniamo al dettaglio, quello della costruzione della chiglia, delle cabine, della stiva, il segnale che, se un uomo è nel tempo, nel tempo quell’uomo a piccoli gesti – con piccole forme – dà vita alla forma sfrangiata del suo reale sottraendolo al caso della realtà non vissuta, fuori dal tempo, anonima, e perciò, in definitiva, neppure meritevole di essere una non-forma che si offre pura all’occhio.
Tra le cose che non hanno più speranza e quelle che non hanno più tempo sono gli esseri umani i protagonisti dell’opera di Roberto Pagnani.


domenica 18 maggio 2008

VIGNA di VALERIO FABBRI


VIGNA

Vigorosa di grasse foglie spesse
rugose di verde che si confondeaffilata sul bordo della terra con malinconia guarda il solela vigna precisa, ostinatamente.Mantiene il giuramento austerofatto col pianeta e le altre stelle,se fedeli sono il gelo e il tepore:ricerca di perfezione che liquefatta inizia, entra.

Valerio Fabbri

TINTO D'ARTISTA


L'Associazione culturale CadeArt invita all’esposizione d'arte contemporanea “Tinto d’Artista”, che inaugurerà sabato 24 maggio alle 21.00 presso la storica enoteca Ca' de' Vén con sede nel quattrocentesco Palazzo Rasponi in via Corrado Ricci a Ravenna, a cura di Ilaria Siboni, con testi di Corrado Cati. L'esposizione, con ingresso gratuito, rimarrà visibile fino a domenica 6 luglio 2008 negli orari di apertura del locale, lunedì chiuso.
Gli artisti in esposizione: Mattia Battistini, Francesco Brunelli, Riccardo Bottazzi, Simone Gardini, Roberto Pagnani, Francesco Petrosillo.
“TINTO D’ARTISTA”
La sede di Ca’ de’ Vén nello storico palazzo nel centro di Ravenna torna ad essere sede di un progetto del gruppo di CadeArt, in questo caso gli artisti hanno realizzato lavori che daranno l’immagine a sei diversi vini delle rispettive case vinicole, che coinvolte, hanno accolto con piacere l’idea di partecipare al progetto: Campo del Sole a Bertinoro di Gabriele Isoldi, Poderi Morini a Faenza di Alessandro Morini, Trerè a Faenza di Morena Trerè, Tre Monti a Imola di Vittorio, David e Sergio Navacchia, Tenuta Pandolfa a Fiumana di Predappio della Sig.ra Paola Piscopo gestita dal Sig. Fabio Petrini.
Ogni artista quindi si è avvicinato a questo progetto con le proprie esperienze e particolarità, così vedremo il gatto-cavaliere che beve una buona bottiglia di vino durante la sua cavalcata, pastelli ad olio graffiati su carta di Mattia Battistini, lo sbuffante toro multicolore in terre, cere e acrilici su carta di Francesco Petrosillo, la stilizzazione di un acino e foglia di vite realizzato in colatura di smalto su tela cartonata nella raffinata tecnica informale di Roberto Pagnani, la personale rilettura del nostro territorio realizzata con tecnica a rilievo su tela di Riccardo Bottazzi, i poetici acrilici e matite su carta di Simone Gardini, gli originali collage con le inaspettate influenze pop di Francesco Brunelli.
Il gruppo di CadeArt quindi prosegue con entusiasmo l’idea di inserire l’arte nel quotidiano di tutti continuando le sue collaborazioni con i più svariati ambienti di lavoro e piacere, in questo caso la collaborazione con le case vinicole selezionate e soprattutto con Ca’ de’ Vén luogo di riferimento per la città e non solo, l’affascinante sede del palazzo, denominato Domus Magna, dopo i lunghi restauri, riapre e diventa ancora spazio dove vivere e condividere arte.
L’esposizione, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Ravenna, prosegue la serie di mostre itineranti “I Lunari dell’Arte”.
TESTO CRITICO DI CORRADO CATI
La collettiva presentata qui oggi tra le storiche mura ristrutturate della Ca’ de’ Vén di Ravenna, ingloba, già di per sé, un concetto appartenente a quel movimento artistico tra i più significativi degli anni ‘60 che va sotto il nome di Pop Art.
Detto ciò, è bene precisare che non si vuole qui accomunare sotto il termine Pop il lavoro personale svolto degl’artisti di CadeArt i quali, (ad eccezione di Brunelli che mai ha fatto mistero dell’attrazione pura, stilistica e iconografica, nutrita nei confronti della Pop Art) ognuno con tecniche e stili differenti ed originali, elaborano in questa sede una stessa idea, distanziandosi, chi più chi meno, dal termine Pop vero e proprio.
Allo stesso modo, non dobbiamo nemmeno pensare che gli stessi utilizzino, come fonte d’ispirazione al servizio di questa mostra, oggetti e icone tipici della pop art di Warhol e soci come bottiglie, lattine o visi incorniciati da schermi televisivi prodotti dalla società di massa, che tanto influenzarono l’arte pop italiana di Schifano, Rotella, Adami, Pascali ecc…..
Piuttosto, ciò che si vuole qui evidenziare è l’uso che, a mostra terminata, verrà fatto di sei delle diciotto opere (una a testa) esposte dagli artisti di CadeArt, ovvero ognuna di loro, con un proprio linguaggio - che non attinge per forza dalla società consumistica – sarà al servizio di un prodotto di consumo quale la bottiglia di vino e verrà riprodotta in serie per esaudire questa necessità collettiva del gusto. Tale progetto, dunque, sfociando in un’ operazione tipicamente pop come quella di replicare l’immagine per un certo numero di bottiglie, ricalcando la tecnica a stampa serigrafica, riunisce qui – anche se con le dovute cautele – tutti e sei gli artisti sotto un unico comune denominatore pop.
I rilievi su tela di Riccardo Bottazzi realizzati con la stessa tecnica mista dei suoi precedenti dipinti metafisici, attraverso una ricerca astratta non estranea sia a quella di Mondrian che a quella di Malevic, arrivano qui ad esprimere una visione del territorio in cui, come dice l’artista stesso, “la linea si pone nervo scoperto della materia”, mentre i toni di colore prevalenti quali arancio (crostacei) e azzurro (mare), sono capaci, se vogliamo, di evocare suggestioni appartenenti a chi scruta l’orizzonte salato del mare in una calda giornata estiva; sempre che “si desideri sorseggiare un buon vino bianco col pesce in un locale in riva al mare…….”
Roberto Pagnani, invece, da sempre legato alle esperienze artistiche informali, rimane qui fedele all’aspetto figurativo dell’immagine intervenendo con la tecnica tipica dell’Espressionismo Astratto americano, ovvero il dripping (in questo caso sgocciolamento di smalto su tela cartonata) su foglie, su rami di vite e su acini d’uva resi riconoscibili da un’esecuzione grafica stilizzata, ben calibrata e per nulla casuale.
Francesco Brunelli, che come accennato in precedenza è solito a mostrare le proprie influenze Pop nella realizzazione dei suoi assemblaggi, ci conferma anche in questo caso tale inclinazione realizzando un’immagine più volte replicata (anche se per ognuna cambiano i colori), resa fredda e distaccata, ma al contempo reale ed esatta (quasi surreale) grazie alla tecnica del collage; si inserisce, così, ancora una volta, in quel filo conduttore presente nell’Arte Contemporanea che, partendo da Picasso attraversa il Dadaismo di Schwitters e la Pop Art di Rauschenberg, approdando oggi negli Happenings e nelle Performances.
Simone Gardini, solito a muoversi entro i territori dell’incompiuto e a rendere la precarietà dell’essere umano attraverso la fragilità grafica dei suoi lavori su carta, rinuncia qui a definire lo spazio attraverso un segno–scrittura ben organizzatato (che tanto lo imparenta con le esperienze segniche di Accardi, Perilli, Twombly e Novelli) e realizza con acrilici e matite un proprio luogo intimo e ideale, dove la collina immersa nei colori del vino fa da cornice alle quattro mura sullo sfondo, abitate, con ogni probabilità, da Dioniso stesso.
Mattia Battistini, abituato a concretizzare, sia su tela che su carta, una forte componente onirica dettata dall’inconscio e sfociante in un atmosfera fiabesca, da sogno (Chagall), ribadisce qui il suo interesse sia per il soggetto animale, sia per quel linguaggio intriso di arabeschi sinuosi e motivi ornamentali già presenti a Parigi ad inizio ‘900.
Ciò che però caratterizza ancora una volta l’artista, è la predilezione per forme snelle, descrittive, avvulse da una certa plasticità, in un contesto distinto da una fisicità materia predominante.
Francesco Petrosillo adotta forme monumentali, volumetriche, quasi un tutt’uno con lo sfondo. Da qualsiasi punto vengano osservati, resta nello spettatore la sensazione di ritrovarsi davanti ad un qualcosa in cui tutte le parti concorrono all’equilibrio e all’armonia, sia dal punto di vista cromatico che da quello strutturale. Vediamo, infatti, che all’interno di ambienti multicolori, i soggetti, anch’essi colorati, si inseriscono perfettamente dando vita a “surreali combinazioni cromatiche” vive e cangianti - forse ricordo di viaggi mediterranei - che, convivendo le une con le altre senza mai stridere, senza mai infastidire l’occhio, pongono l’accento su una dimensione fantastica ed irreale. La stessa ricerca calibrata – utilizzata nell’attenzione per il colore - la ritroviamo anche nel modo di rappresentare le figure: queste, per merito di un linearismo grafico ben definito che circonda i volumi, si stagliano ponderatamente sullo sfondo piatto in modo netto e compiuto, mentre il movimento e la dinamicità, sempre presenti nelle opere di Petrosillo, concordano con la frenesia circostante ed affondano le loro radici nella nostra prima avanguardia storica.

CAMPO DEL SOLE
Sessantacinque ettari di vigneti sui colli di Bertinoro. La nobile esperienza enologica di un territorio generoso e ospitale. CAMPODELSOLE porta già nel nome la propria essenza, la concretezza del fertile terreno romagnolo e il vigore del suo sole, la generosità del suo terreno e l’azzurro del cielo. Da questo felice connubio nasce il punto d’incontro fra materia e mistero delle cose: il vino.
TENUTA PANDOLFA
Costruita nel settecento per volere del Marchese Andrea Albicini, restò, fino a poco primadella seconda guerra mondiale, luogo prediletto di villeggiatura del nobile casato. La villa, originariamente immersa in un vasto parco, è oggi circondata dal più grande vigneto della valle del Rabbi. Novanta ettari di vigneti per la produzione di cinquemila quintali di uve pregiate.
TRERÉ
L’Azienda agricola Trerè è fondata nei primi anni '60 da Valeriano Trerè , si trova nella generosa terra di Romagna, sulle dolci colline che degradano verso la città di Faenza, ricca di nobili tradizioni e di tesori di arte ceramica unici al mondo. Oggi è anche agriturismo ed è condotta da Morena Trerè e dal figlio Massimiliano Fabbri, si estende su di una superficie di 35 ettari coltivati a vigneto per una produzione di circa 200.000 bottiglie annue.
TRE MONTI
L’azienda agricola Tre Monti nasce nei primi anni sessanta da un’idea di Sergio Navacchia e di sua moglie Thea, per anni vero motore propulsore dell’azienda e scomparsa nel 1989. David e Vittorio Navacchia conducono l'azienda con la supervisione di babbo Sergio. Li unisce l'impegno a proiettare la qualità e l'immagine della selezionata produzione verso nuovi sbocchi: creando nuovi prodotti, ricercando nuove varietà di vitigni e riutilizzando antichi cloni spesso abbandonati perché poco produttivi. L'Azienda è costituita da due tenute - entrambe nel cuore di zone ad alta vocazione viticola - uno sulle colline di Imola (Bologna), l'altro su quelle di Forlì-Predappio. La superficie agricola complessiva si estende su circa cinquanta ettari, tutti coltivati a vigneto.
AZ:AGR. ALESSANDRO MORINI “PODERI MORINI “
Quaranta ettari di vigneti, che affondano le loro radici nei dolci pendii faentini intorno alla Torre di Oriolo, rappresentano il cuore dei Poderi Morini, il cuore della Romagna del vino. Un’azienda giovane, appassionata della propria terra che ha scelto di fare il vino per celebrarne al meglio il valore, la tradizione e la cultura: “diamo valore alla Romagna che amiamo” queste sono infatti le parole con cui descriviamo la motivazione del nostro progetto dal sapore imprenditoriale ma anche intensamente personale.
Per altre informazioni:
Ilaria Siboni cell. 338 1584910
www.cadeart.blogspot.com
ilariasx@hotmail.com

giovedì 1 maggio 2008

RAVENNA RAVENNA.... STAZIONE DI RAVENNA



L'associazione culturale CadeArt presenta la nuova esposizione d'arte della serie ”I Lunari dell’Arte” che si svolge presso la sede Palazzo Galletti Abbiosi, il vernissage si terrà venerdì 2 maggio alle 18,00 all'interno dell’Ostello Galletti Abbiosi in via di Roma n.140 a Ravenna. In esposizione le opere del gruppo ART OR NOT composto da Rudolf Calonder, Katia Kalniete, Gilbert Peyre, Angela Weyersberg dal titolo “RAVENNA RAVENNA…STAZIONE DI RAVENNA” a cura di Ilaria Siboni, ingresso gratuito, la mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10,00 alle 19,00 e rimarrà visibile fino a sabato 31 maggio.
I Lunari dell’Arte
CadeArt prosegue il suo percorso di diffusione dell'arte nei luoghi di vita della città, e non solo, che vengono di volta in volta adottati e rinnovati dagli artisti e dal loro lavoro. Dopo esposizioni in spazi come Ca' de' Ven a Ravenna, Torre medievale di Oriolo dei Fichi a Faenza, l'Hotel Villa Santa Maria in Foris a Ravenna e la sede provinciale della CNA di Ravenna, lo studio legale L. Donelli, D. Dal Monte, R. Vecchi sempre a Ravenna. CadeArt porta l'arte in un luogo elegante ed accogliente, Palazzo Galletti Abbiosi, dimora storica nel centro della città, precedentemente orfanotrofio femminile, attualmente ospita l'Ostello Galletti Abbiosi struttura più vicina a quella di una signorile casa-palazzo piuttosto che a quella del solito hotel di lusso. Luogo-albergo pensato come una propaggine della propria idea di casa, qui il gruppo di CadeArt è felice di invadere gli spazi comuni dell’ostello e dare seguito all’idea di essere punto d’incontro e di libero di scambio ospitando “RAVENNA RAVENNA…STAZIONE DI RAVENNA” del gruppo ART OR NOT.

“RAVENNA RAVENNA…STAZIONE DI RAVENNA” di Ilaria Siboni
Gli artisti tutti provenienti da luoghi diversi, Rudolf Calonder (CH), Katia Kalniete (LV), Gilbert Peyre (F), Angela Weyersberg (CH+D), quindi con formazioni estremamente eterogenee si incontrano profondamente nell’idea che riunisce il gruppo, l’attenzione all’ambiente in cui viviamo, alla natura, alla funzione fondamentale che l’arte dovrebbe avere nel nostro quotidiano per ricondurci agli elementi essenziali della vita di tutti. ART OR NOT sceglie, per quanto possibile, di esporre in mostre collettive che, grazie alla coerenza formale raggiunta con la decisione di elaborare incisioni e relative stampe successivamente dipinte a mano, diventano esposizioni personali del gruppo. Gli artisti, tutti residenti all’estero, vengono appositamente a realizzare le loro incisioni a Ravenna, ormai in un connubio che dura da anni, presso la Bottega Maestri in via Baccarini, questo loro legame con la città si palesa nel titolo della mostra ”RAVENNA RAVENNA…STAZIONE DI RAVENNA” sottolineando anche l’attenzione che i componenti di ART OR NOT pongono al nostro quotidiano infatti la voce che, con le sue peculiari cadenze, nelle stazioni di tutta Italia annuncia l’arrivo di un treno nella propria città fa entrare subito il viaggiatore nell’atmosfera del luogo.

ART OR NOT
ART OR NOT è nata nel 2000 con l’intento di dare visibilità alle convinzioni degli artisti associati. Le loro radici e la vita che hanno scelto di vivere conferisce loro un grande feeling reciproco e un profondo legame con le diverse culture europee, che si manifesta poi nelle loro opere. I temi presentati riguardano spesso questioni ambientali o filosofiche che non possono lasciare indifferenti. ART OR NOT è convinta che l’arte contemporanea possa e debba dare un importante contributo al dibattito e alla formazione dell’opinione pubblica. Un atteggiamento che fa decisamente riferimento alla qualità della nostra vita e al rispetto per l’ambiente informa tutta l’attività artistica all’interno del movimento. Gli artisti del gruppo vogliono attivare la coscienza e l’integrità morale nei confronti della natura e del mondo che ci circondano. Nelle loro opere affrontano il tema del rapporto tra passato e presente, con il proposito di preservare e trasmettere ai posteri quelli che loro considerano i veri valori. In questo senso si rimette in discussione la funzione dell’arte e del design che permeano la nostra società destrutturata, nei luoghi e negli edifici pubblici, ma anche nelle nostre case e in tutti gli aspetti della nostra vita.

Per altre informazioni: Ilaria Siboni cell. 338 1584910
www.cadeart.blogspot.com
ilariasx@hotmail.com
www.artornot.com

lunedì 28 aprile 2008

LO SPECCHIO DI ALICE

Lo Specchio di Alice

Gent.me amiche e amici

ultimo avviso per chi, durante il ponte del 25 aprile, avesse goduto dell'estraneamento dalla realtà


domani Martedì 29 aprile ore 15,30 -18,30
Sala Conferenze Baraccano, via S. Stefano 119 a Bologna


Incontri per Riflettere Quaderni

42 autori: poeti, scrittori, pittori, amanti della scrittura creativa e lettori a confronto sul tema:
Colori, sapori e odori del Mediterraneo.
Alchimie che inebriano la mente, mani operose che inventano forme.

Relatrice: Giuseppina Rossitto


Sommario
pag.
2 Giuseppina Rossitto, Escargot, Venticello estivo, Marina
3 Francesca Falchieri, Un mare materno
4 M. Luigia Di Stefano, Mediterraneo, casa mia
5 Anna Maria Frascaroli, Nostalgia
5 Lodovico Lolli, Mediterraneo
6 Mirna Magnani, Du' fili di spaghetti
7 Gabriella Orlando, Un viaggio alle Eolie... da non raccontare
8 Morena Scanabissi, Le mani operose dei lavoratori
9 Rossana Di Ianni, La piantina di gelsomino, Eccolo che arriva, L'onda del sacrificio, il sapore della speranza
10 Nardina Federici, Segnati confini, Sole attenuato
11 Umberto Romano, I bùmmuli di cumpari Turi
12 Raf Spalvieri, Le forti tinte della mano operosa
14 Renzo Fantoni, Vigilia, Bianco e nero
15 Luisa Ghini, Il calore dell'amicizia e del Mediterraneo
16 Luisa Cenacchi, La donzella del Po
17 Orazio Galloni, Le leggendarie suggestioni delle acque
18 Mauro Conti, Alchimie nei volti delle genti mediterranee
20 Giuseppina Rossitto, Verso la strada del vento perduto
22 Roberto Pagnani, Arrivare, partire, naufragare, costruire...
24 Stefania Calori, Fuggivo in Egitto
25 Emelina Pellizzari, Tra i mulini a vento, Tramonto di settembre
26 Teresa Vitale, Gli acquerelli che si tingono di azzurro mare
27 Francesco Ricco, Le terra mia è il Mediterraneo
27 Edda Rossi, Campo dei miracoli
28 Carla Nutini, Fioriture protese verso la luce mediterranea
29 Anna Bastelli, Ricetta, Il pescatore
29 Riccardo Melotti, Mediterranea, Alchemica era, Italia, Forza
29 Giuseppe Schirinà, Molo
30 Gabriella Cappelletti, Verso Itaca
30 Benito Marziano, Era il mare per noi, Amo l'azzurro immenso mare, La tempesta.
31 Thanos Petru, Consolati dall'incommensurabile lunghezza del viaggio
32 Roberta Sibani, Bolognese all'estero
33 Raffaele Cavazzoni, Fave per morti
33 Rosanna Morselli, Alla ricerca del gusto perduto
34 Anna Maria Ognibene, Colori caldi che sanno di mare e di ter- ra nei pensieri e nei volti delle donne mediterranee
35 Anna Maria Sanguigni, La tenuta
36 Daniela Terragna, Immergersi nella macchia mediterranea
37 Gianni Balduzzi, Mediterraeo
38 Maria Grazia Gagliardi, Stagioni
39 Laura Colombari, Questione di fede
39 Silvano Notari, Giardini Naxos, Messi biondeggianti
40 Wilko Artale e Francesco Fortuna, Tra colori, folclore e sacro

per mandare e mail: giuseppina.rossitto@gmail.com
blog "vivere la poesia": www.giuseppinarossitto.spaces.live.com


lunedì 21 aprile 2008

Daniele Pozzi a Roma




Cathrine Krog, Daniele Pozzi, Luciano e Myrice Tansini, Gloria Tranchida, Marina Zatta a COLORE (ROMA)






COLORE - VISTA ARTE & COMUNICAZIONE (ROMA)







Luciano Tansini


Luciano Tansini (T’sinai’n) è nato a Bologna nel 1937. Assistente di Politica Economica e professore incaricato di Economia istituzionale presso l’Università degli Studi della sua città natale, ha tenuto corsi di insegnamento anche presso l’Università somala di Mogadiscio e l’Università di Los Andes, Merida, Venezuela. In numerosi viaggi (Africa, India, America Latina), ha ricercato la cultura animista e profetica dei miti, e dei riti. Per le sue particolari opinioni in tema di filosofia economica, è stato man mano emarginato dagli ambienti della didattica e della ricerca istituzionali. Oggi si muove sempre più solitario, al di fuori di ogni istituzione e organizzazione culturale. Teso verso le radici della memoria e del divenire, la sua Università è la “strada”. Le sue armi vogliono essere semplici gesti, richiami, parole, verso chi non può manifestare “parola”, per liberare il linguaggio e il sacro, ovvero la coscienza, dal monopolio di chi ne ha fatto proprietà assoluta, dalle classi dominanti che, quando hanno interesse, si impossessano dei processi di liberazione per bloccarli e distruggerli, gestendoli in prima persona perché nulla cambi. Tra le sue opere più significative: Aspetti del problema politico-economico e del Valore (1968); Rapporto tra etica dei profeti e sviluppo e sottosviluppo – Tempo e Valore: problemi di logica dialettica (1970); Controquestascienza (1976, pubblicato con lo pseudonimo “chinonhanome”); Animiamo o barbarie – verso il profetiamo: Animiamo-nomade-comunista (1983; pubblicato con lo pseudonimo “Oudeis Recab”); Profetiamo e Chiesa imperiale (1992); Stato o Messia (1995); Ascolta Israele (1997); Sogni: sposalizio tra sibille-streghe d’amore e profeti di giustizia (2000); Ascolta o Israele!... sulla schiavitù e sull’amore romantico (2001).

Riccardo Melotti

Riccardo Melotti vive e opera a Bologna dedicandosi alla poesia definendola "la fonte d'un respiro dove sgorgano fiati di parole" e alla pittura, pensando che un quadro è solo "la tessera di un più ampio mosaico".



SENSARE

Esplorare un senso

Diramare palmi

Orbitare pupille

Rovistare il silenzio

Per stille di suoni.

Abbagli e ombra

Zucchero e veleni

Tramontare ciglia

Per albori mattutini.

Scoprire profili intatti

Dermare lividi

In bianchi veli..

Nello stupore

Mutare difetti

In celeste epidermide

Di nuovi cieli.

ARTISTICAMENTE

Arpeggio scarpale

Colore di stracci

Sorrisi d’insetti..

Culto del malore

Asimmetria sociale

Pattumosi assemblaggi

Icona tribale

Dell’armonico orno

Bellici arrembaggi.

Il bello in cantina

L’escremento in vetrina..

Ciglia chiuse

Allo scroscio

D’una latrina.

VIVO

Vivo

Dopo il muro

Dopo gli intarsi

Di calce fessurati

Dalla longitudine

Del tempo..

Arrampicato

Al reticolo dei mattoni

Con l’inutile slancio

Di rami sgombri

Tra foglie

Senza stagione

Su freddi scampoli

D’aiuole.

Vivo polmonando

Cieli che mutano.