venerdì 13 marzo 2009

Casa di cose di Serena Simoni

Oggetti minimi ma pieni di vita nelle opere di Bendandi e Pagnani


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Appropriato è il titolo Minime, del testo di presentazione di Casa di cose, una mostra a due – i ravennati Mauro Bendandi e Roberto Pagnani – allestita negli spazi del Teatro Rasi e curata da Viola Giacometti. Minimo è infatti l'aggettivo che si adatta ai soggetti di questa esposizione, tutti legati agli spazi domestici e all’azione quotidiana: caffettiere, pomelli di rubinetti, tazzine, zuccheriere e lampadari, visti nella loro interezza o quasi, ma secondo un taglio molto ravvicinato. Per questa ragione sembrano superare la loro stolida indifferenza e acquistare un deciso e quasi improvviso protagonismo. La sensazione di trovarsi di fronte ad oggetti solo apparentemente inanimati è più che un sospetto: le loro immagini possiedono infatti un'energia vitale esuberante, tale da confermare l’idea che appena girati gli occhi possano muoversi e saltellare di vita propria. Nonostante le velature stratificate della pittura raffinata di Bendandi, in cui si inseriscono anche piccoli strati color oro a impreziosire la tessitura cromatica, le sue prese elettriche o i rubinetti – visti da una breve e inusuale vicinanza – si percepiscono come presenze fantasmatiche, in perenne movimento grazie anche a un andamento pittorico visibilmente orientato. Quasi tutte le immagini comprendono brevi scritti in una calligrafia minuta, quasi evanescente, che asseconda l'idea che si tratti di un commento fra sè e sè, un parlare sommesso fra se stessi e le cose di tutti i giorni. Più contrastate sono le immagini della serie dei lampadari, legati a forme sovrabbondanti e un po’ demodè: spiccano con i loro rossi e viola sempre su un fondo neutro, quasi a sottolineare la loro presenza per sottrarsi allo scorrere inesausto dei giorni. Ancora più energici sono gli oggetti quotidiani di Pagnani che spiccano per il tratto essenziale e dinamico, che quasi li trasforma in veri personaggi dei cartoons, o mediante una pittura materica – che ancora deve a Moreni e alla sua generazione – ma trattenuta da una forma solida e compatta, ben evidenziata grazie a sfondi netti, brillanti, spesso in totale contrasto cromatico. La differenza fra questa e la vecchia oggettualità della pittura anni '60 e '70 sta proprio nella dimensione in cui gli oggetti sono rappresentati, qui del tutto privi di un'aura drammatica o esistenzialista ma piuttosto esaltati dallo sguardo ironico e complice dell'autore. Anche qui le pennellate sono decise, ben indirizzate, "tengono" sia sulle medie che nelle grandi dimensioni, tanto da far apparire tazzine e caffettiere come piccoli soldatini di un fantastico esercito giocattolo. Siamo lontani dalla poetica delle piccole cose o dalla dimensione simbolica degli oggetti di Montale, che alludono alla caduta di senso dell'esistere: piuttosto si tratta di uno sguardo che tenta di recuperare la sua prima volta, reintegrando lo stupore nel vedere un insolito mondo, ricco di forme, colori, quasi presenze. Magari con la delicatezza di Bendandi o l'ironia complice di Pagnani.Casa di Cose - opere di Mauro Bendandi e Roberto Pagnani - Fino al 27 marzo - Ravenna, Teatro Rasi, via di Roma 39 - orari: ma-ve 10-13 e 15-18, e durante tutte le aperture di spettacolo.

giovedì 12 marzo 2009

APPUNTI DI VIAGGIO - ORIENTE-INTERNO 11


Appunti di viaggio
gli artisti interpretano il museo.

Sabato 16 maggio 2009 ore 17.00
Roberto Pagnani e Domenico Settevendemie
ORIENTE-INTERNO 11
Dialogo di due artisti sul tema dell'oriente come punto cardinale dell'animo

MAR
Museo d'Arte della città di Ravenna
via di Roma, 13 - Ravenna
tel. o544 482477
http://www.museocitta.ra.it/

giovedì 5 marzo 2009

Saper donare è... ARTE!



SOLI E GIRASOLI
collezione permanente di arte contemporanea

Ospedale privato San Francesco
via Amalasunta, 20 Ravenna