giovedì 27 gennaio 2011

natural-mente-artificiale


Natural-mente-artificiale, l'ibridazione dello sguardo

di Fulvio Chimento

Natura e artificio convivono in modo incontrovertibile nello spazio fisico e talvolta coesistono implicitamente già nello sguardo dell’osservatore, dando vita a immagini segnate da un’ibridazione inconsapevole. Non a caso a partire dall’Ottocento fino ai giorni nostri grande fortuna ha avuto un genere pittorico come il "paesaggio industriale", in cui convivono le diverse componenti del mondo reale e di quello artificiale. Le immagini si sedimentano nell'inconscio, ed è per mezzo di questo accumulo che la nostra mente genera forme uniche e al tempo stesso complesse che contribuiscono alla formulazione della percezione del mondo esteriore.

Quale zona migliore, dunque, della Pianura Padana per analizzare il rapporto tra uomo e natura nel XXI secolo? Le fabbriche, le ciminiere, i muri che separano le industrie, le arterie stradali solcate dai tir (simbolo contemporaneo del Nord Italia), altro non sono che il frutto amaro di questo confronto, segno tangibile di una discrasia emotiva, di una manomissione compiuta a danno di se stessi prima ancora che dell'ambiente esterno.

Dal punto di vista prettamente artistico, invece, la nascita della società dei consumi ha moltiplicato le possibilità di rappresentazione, e questo, da Duchamp in poi, passando per la Pop Art, è un concetto unanimamente condiviso; la critica d'arte, tuttavia, si è concentrata sulle cause della nascita di questi fenomeni artistici, più che analizzarne le immediate conseguenze. Aver considerato il prodotto artistico alla stregua di quello industriale ha dato il via a un percorso che in breve tempo ha portato a concepire l'opera d'arte in modo seriale, mentre per emergere nella sua interezza il lavoro dell'artista necessita di riflessione accurata e di tempi cristallizzati, non condizionabili dal mercato. Warhol ha compreso il genio dadaista di Duchamp, artista a tutto tondo e grande sperimentatore di linguaggi (fu il primo nella cerchia di pittori cubisti a comprendere le potenzialità dell’avanguardia futurista) e, da uomo intelligente quale era, ha esasperato la lezione dell'artista francese, intuendo e precorrendo le regole del mercato. Il risultato è stato clamoroso, tanto da influenzare nel profondo gran parte della cultura figurativa occidentale. La Pop Art si è rivelata però una scatola vuota ben infiocchettata, finendo per essere assorbita da quella stessa cultura di massa che si proponeva di contestare. La critica d'arte europea e statunitense si è prestata a questo esercizio, spinta dal positivismo insito nella sua matrice, contribuendo in maniera determinante non solo a creare una linea di demarcazione netta con la tradizione, vero intento del padre del dadaismo, ma anche con il passato prossimo e con un presente ancora in essere. E’ seguito un generale spaesamento dell'indagine artistica, che ha coinvolto sia chi realizza prodotti artistici sia chi li indaga.

Ecco il vero tema della mostra “Natural-mente-artificiale”, ovvero "l'altra faccia di Duchamp", la possibilità di tornare ad analizzare la natura per mezzo degli strumenti consolidati della tradizione artistica e contemporaneamente attraverso i nuovi linguaggi che caratterizzano la post-modernità.

Ogni artista coinvolto ha risposto in maniera differente agli stimoli offerti dall'esposizione, confrontandosi con l'universo naturale attraverso i propri parametri creativi. Le installazioni in plexiglass e gelatina di Paola Babini riflettono sul tema della dimensione intima e quotidiana della femminilità, le scarpe da donna sono lo specchio di un decadentismo declinato in chiave effimera e quindi alterato nella sua stessa sostanza. Dall’accurata disposizione degli oggetti e degli orpelli nello spazio emerge un'ordinaria inquietudine, e quello che dovrebbe essere uno dei simboli privilegiati della seduzione femminile si trasforma in un oggetto che mette in scena solitudine e turbamento. Mauro Bendandi utilizza invece lamiere e lastre per supporti fotografici decontestualizzate e sottratte alla propria funzione originaria, creando così un artificio. La tecnica mista gli permette di espandere la sua indagine e di attrarre in tal modo il mondo esterno nell’opera. Le spine elettriche, gli interruttori e i lampadari in stile veneziano rendono tangibile il flusso energetico insito nella natura, trasferito nel mondo artefatto e costruito dell’uomo. Paola Campidelli si esprime invece attraverso la tecnica più tradizionale del colore acrilico per cercare di catturare la prima impressione della visione, per partecipare al disvelamento di ciò che di misterioso vi è nel creato. Nella serie “Fiori” la condizione emozionale dell’oggetto dà vita a una fusione completa tra l’uomo e la natura. La pittrice si serve di una visione dettagliata che contrasta con un tratto espressionista di matrice mediterranea, che trasmette “joie de vivre” in un flusso di colori. Roberto Pagnani pone la propria attenzione sulla natura racchiusa in spazi minimi d’esistenza, progressivamente confinata dall’avanzamento del mondo industriale, fino a diventare un frammento di memoria osservato di sfuggita da un finestrino. I canneti che crescono tra le paludi sono rappresentati sulla tela senza lasciare spazio all’interpretazione romantica: immobili e scomposti in accostamenti cromatici violenti, perdono la propria poeticità esaltando l’irrealtà di un paesaggio che tende sempre più a scomparire.

Tratto comune ai quattro artisti è una modalità di interpretazione diffusa e paradossalmente sconcertante: nel tentativo di divenire il demiurgo di se stesso, l’uomo ha piegato l’ambiente circostante alle proprie esigenze, fino a imporre al termine “trasformazione” il senso di “deformazione”.

Porta degli Angeli
5-20 febbraio 2011

inaugurazione sabato 5 febbraio ore 17.30
gio-ven 16-19
sab-dom 10-13 16-19
sabato 19 apertura speciale continuata 10-16

Porta degli Angeli
Rampari di Belfiore, 1 - Ferrara
http://www.portadegliangeli.org/
info@ortadegliangeli.org
ST.ART.47

martedì 11 gennaio 2011

AAF The Affordable Art Fair Milano

AAF
The Affordable Art Fair
Milano
dal 3 al 6 febbraio 2011

http://www.caseaperte.it/