mercoledì 9 gennaio 2008

Hotel Villa Santa Maria in Foris


…Portare l’arte direttamente dentro l’intimità delle camere di un albergo è, apparentemente, un’ operazione facile, ma non così scontata. E’ da tempo che questo accade in città come Milano, Roma e Torino ed ancora prima, in città estere. La differenza sostanziale è, nel nostro caso, che a Villa Santa Maria in Foris a Ravenna, partecipa un gruppo artistico ben organizzato (Ca de Art rappresentato da Battistini, Bottazzi, Brunelli, Gardini, Pagnani, Petrosillo e Siboni) più due artiste ospiti provenienti da Bologna ( Gavioli e Savarino) che concepisce l’allestimento in modo fresco e diretto, avulso da quei filtri un po’ pedanti e rugginosi che di solito vengono suggeriti da curatori “modaioli” e vagamente asettici che intervengono sovente in queste situazioni espositive non canoniche. Villa Santa Maria in Foris è un luogo elegante ed accogliente, con una struttura più vicina a quella di una signorile casa-palazzo piuttosto che a quella del solito hotel di lusso. Qui si sono ritrovati, come in un cenacolo artistico, gli artisti di Ca de Art più volte all’anno in varie sedute nelle quali hanno discusso, progettato e sognato, inseguendo e raggiungendo il proprio lavoro e pensiero più pulito ed intellettualmente onesto, pensando a come creare ovvero dipingere, scolpire, fotografare ed allestire. Il luogo-albergo, quindi, è stato metabolizzato fino in fondo, con armonia e freschezza, e vissuto come una propaggine della propria idea di casa. E’ qui, come si suggeriva poco fa, che nasce e rinasce l’idea dell’arte, miratamente dedicata ai luoghi, dove gli artisti medesimi ritornano protagonisti degli spazi da vivere e da adottare…

Villa Santa Maria in Foris in origine fu importante chiesa, appunto Santa Maria in Foris di cui fino al secolo scorso restava qualche vestigia. Rimaneva nella via delle Stuore (Stuoie), attuale via Pasolini ed è ricordata in diverse carte del XIV e Xv sec. Venne soppressa nel 1587 e ricostruita nel 1606 dalle fondamenta, donata al culto per oltre trecento anni quando in fine venne profanata e poi abbandonata. (Gianfranco Stella, Le Chiese della Ravenna scomparsa, 1987, pagg. 327/328). L'unico resto della chiesa originale la lapidetta che porta l'iscrizione "ECCLA. P.S.M. IN FORIS. REST. MDCVII", la quale certamente era in origine murata nel fronte della chiesa (Gaetano Savini, Ravenna piante panoramiche (1905-1907), 1996, pag. III.28). La struttura divenne semplice abitazione privata poi elegante residenza di nota famiglia ravennate.