mercoledì 20 maggio 2009

Bologna, Patrizia Finucci Gallo anche per l'Arte!

Patrizia Finucci Gallo presenta il suo programma.

Giovedì 21 maggio alle ore 18.30, presso la galleria d'arte ENNEVU in via Fondazza 7/c, la scrittrice Patrizia Finucci Gallo, candidata indinpendente nel gruppo dei Verdi per Flavio Delbono, presenterà il suo programma elettorale in favore dell'arte e della cultura.

Saranno presenti Nicoletta Vignoli, il pittore Roberto Pagnani e il critico d'arte Vladimiro Zocca.

Al consiglio comunale, scheda azzurra
committente responsabile :Patrizia Finucci Gallo.

Giornalista e scrittrice, vive a Bologna. Ha lavorato presso la redazione dell'Unità e della Rai Emilia Romagna.
Dal 1998 dirige la scuola di scrittura creativa “Harriette Stanton Blatch”, officina per giovani talenti, con specifici laboratori sulla letteratura delle donne.
Tra i suoi libri ricordiamo Il pudore dei sentimenti per i tipi di Pendragon, Gli ultimi peccati, Sperling & Kupfer editori, la raccolta di racconti La prima volta, edizioni ES, Laboratorio di scrittura al femminile, Perdisa editore, Guida ai piaceri di Bologna, Il Fenicottero, Io non mordo ve lo giuro. Storie di donne immigrate in Italia, Perdisa editore.
Da tre anni, nel salotto di casa sua, artisti noti ed esordienti si incontrano con regolarità per presentare libri, promuovere spettacoli teatrali, illustrare rassegne, raccontare i progetti sperimentali e di ricerca: una piccola risposta all'universo ingessato delle istituzioni, più attente a sponsorizzare i grandi eventi che a sostenere il fervore culturale già presente nella città.

CONTRO LE PAROLE VUOTE, TRE OBIETTIVI CONCRETI

· Per la cultura. Valorizziamo i teatri, investiamo nell’arte, diamo visibilità ai gruppi e alle associazioni che producono idee ed eventi. Apriamo anche la sera le principali biblioteche, luoghi di ricerca e di studio ma anche di incontro e di aggregazione. L’assessorato esca dal Palazzo e lanci una nuova politica dell’attenzione.
● Per le donne. La realtà femminile è cambiata: rispondiamo alle nuove esigenze sociali ed imprenditoriali reperendo luoghi e contenitori professionalmente condivisibili. E allungando l’orario degli asili nido, oppure offrendo servizi alternativi.
● Per la sicurezza. Illuminiamo le vie e animiamo gli spazi pubblici. Attrezziamo la città potenziando i mezzi di trasporto notturni, facendo circolare gli autobus almeno un’ora in più. Invece delle ronde allestiamo presìdi culturali.
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mobile 329 40 25 411 e-mail patriziafinuccigallo@gmail.com blog www.patriziafinuccigallo.blogspot.com
facebook Patrizia Finucci Gallo sito www.scuolastanton.com blog www. rosastanton.blogspot.com

Roberto Pagnani e Domenico Settevendemie "Oriente-Interno 11"




martedì 5 maggio 2009

Per un'estetica del naufragio di Vladimiro Zocca


PER UN’ESTETICA DEL NAUFRAGIO

Le navi di Roberto Pagnani appaiono come pensieri della memoria corrosi dal tempo.
Sono strutture-metafore che si districano dalle nebbie di un tempo passato e presente.
Nebbie acquee intrise di pungente salmastro marino e di fumiganti idrocarburi terrestri.
Scandiscono e congiungono, nel presente personale dell’artista, due tempi esistenziali dell’artista.
Il passato remoto che lambisce una lontananza incisa dai segni antichi e dalle cromie vetrose di Bisanzio.
Il passato prossimo di un’infanzia che ha assistito all’attacco di tutte le tinte del grigio e del nero da parte di un mondo artificioso che non guarda la natura.
Un mondo che si sta disfacendo nelle chiazze catramate di un tempo del produrre che è già un poi oltre la modernità.
Navi della nostalgia, della decadenza, della corrosione.
Ma i colorati sensi di corrosione pittorica di cui sono fatte le navi di Roberto celano un orizzonte alchemico di continua rinascita creativa.
La magia di una tecnica mista personalissima, accosta, combina, fonde relitti di darsene perdute, vestigia frammentate di cripte e di sarcofaghi appartenenti ad un’antica civiltà adriatica, tracce mnestiche di una equorea natura palustre non ancora dimenticata.
I colori sono costituiti dalle aspre ma accese vernici usate dall’industria.
Allora, navi tracciate da ferrosa asprezza come morchiate ombre di strutture di un industrialismo ormai obsoleto prendono il mare “verde piatto” dell’essere, nel tempo senza tempo di un eterno ritorno fuori del tempo di un viaggio senza fine.
Ricordano il vascello fantasma della nordica leggenda marina dell’Olandese volante, cantata da una romantica ballata di Heine.
Ma le navi di Roberto si portano dietro memorie di antiche geometrie del tempo delle palafitte che derubavano l’Adriatico e di moderne proporzioni di ferro e di fuoco che strutturavano la rivoluzione industriale.
E’ un’alchimia della corrosione che lascia campo libero ad un’estetica del naufragio.
Le navi, in quanto strutture del pensare, sono metafore dell’ essere che hanno sempre in vista la cognizione esistenziale del naufragio.
E’ la consapevolezza di quello che Jaspers chiama “salto”.
Salto fra l’orientazione nel mondo, fondata sulla conoscenza scientifica, e il pensiero dell’esistenza che, attraverso la visione e la conoscenza delle cose e degli oggetti, si spinge oltre il sapere di essi, verso l’essere in sé.
Estetica del naufragio che apre alla trascendenza del fare arte.
Navi, dunque, come paesaggi del disfacimento tecnologico che, nel fare dell’artista, vogliono possedere l’Adriatico per cercare altri mari oltre l’orizzonte infinito dell’essere.
Vladimiro Zocca